Contratto a tempo determinato
La materia del rapporto di lavoro a termine è stata ripetutamente modificata nella legislazione italiana, passando da una liberalizzazione molto accentuata (D.L. n. 34/2014 c.d. Decreto Poletti), alla più recente modifica legislativa introdotta col D.L. 87/2018 (c.d. “Decreto Dignità”) volta, al contrario, a disincentivare l’utilizzo della forma del rapporto a termine.
E’ stato infatti con quest’ultimo intervento normativo che il Legislatore, con chiaro intento antielusivo finalizzato a limitare il ricorso al lavoro a tempo determinato, ha reintrodotto l’obbligo di causale per i rapporti aventi durata superiore ai 12 mesi.
Questa più recente modifica normativa sta già portando ad un incremento del contenzioso giudiziale in materia di impugnazione del contratto a tempo determinato. Trattasi di giudizi volti principalmente ad indagare l’idoneità e la specificità delle motivazioni riportate nel contratto di lavoro a tempo determinato (o nella sua proroga) e la loro corrispondenza alla realtà dei fatti.
Va inoltre evidenziato che, nel settore della P.A., per effetto delle più recenti pronunce della Corte di Giustizia UE, si è inoltre da tempo aperto un notevole contenzioso relativo all'abuso del ricorso al rapporto di lavoro a tempo determinato nel pubblico impiego ed in particolare nel settore scolastico.
L’avv. Bordigoni ha in questi anni assistito con successo numerosi lavoratori, sia del settore pubblico che privato, che contestavano la legittimità del loro rapporto a tempo determinato.
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